ARCHITECTURAL PROJECTS


RISTORANTE A PARIGI

DETTAGLI PROGETTO:

Ristorante di cucina molecolare in un quartiere storico di Parigi

LUOGO:

Quartiere Saint Germaine - Parigi

UNIVERSITÀ:

Politecnico di Milano - Corso di Laurea Magistrale in Architettura degli Interni

CORSO:

Laboratorio di Progettazione Architettonica III - Prof. Vittorio Longheu, Prof.ssa Marco Caprinii, Prof. Simone Zenoni

A.A.:

2011/2012

DESCRIZIONE DEL PROGETTO

Il progetto parte dall’idea di mettere in evidenza le sperimentazioni culinarie, siano esse di cucina molecolare o di cucina tradizionale, che avranno luogo nell’edificio che si verrà a realizzare. Intendendo il concetto di cucina come “arte”, abbiamo cercato un modo per trasmettere quest’idea anche ai visitatori attraverso l’apertura delle cucine, trasformandole in vere e proprie “vetrine”, o “scenari”, attraverso i quali sarà possibile, durante l’attesa o durante gli stessi pranzi o cene, osservare le performance degli chef e ammirare questa forma d’arte.
La dimensione del lotto e i vincoli posti dal bando consentono di realizzare tre cucine e sei sale. Per poter permettere un buon servizio abbiamo pensato di collegare due sale ad ogni cucina, disponendo queste ultime in modo tale che i solai siano ad un’altezza intermedia tra una sala e l’altra e collegandole alle sale attraverso due scalinate. Abbiamo ritenuto opportuno che entrambe le sale abbinate alla stessa cucina avessero la possibilità di guardare allo stesso modo all’interno di essa da qualsiasi prospettiva, perciò è sorta l’idea di realizzare una corte che metta in evidenza ai clienti del ristorante le “vetrine” delle cucine le quali, disposte una sopra l’altra ed a doppia altezza si caratterizzano anche in facciata attraverso una sporgenza vetrata, rendendosi così completamente aperte sia all’interno sia all’esterno. A proposito del tema della corte, si sono studiati diversi riferimenti quali il Silken Gran Hotel Domine di Bilbao di Fernando Salas e Javier Mariscal, l’Horten Headquarters e l’Horestad College di Copenhagen dello studio architettura 3xN.
Tale disposizione dà luogo a due corpi contrapposti e tenuti insieme dall’unico elemento della corte, che ha quindi sia una funzione scenografica sia funzionale. Il primo corpo è in muratura ha un’altezza di 3,50 m per piano ed ospita gli spazi di servizio, con cucine a doppia altezza circondate da magazzini, servizi igienici e un corpo scale per il personale. Questa struttura in muratura è divisa in tre parti: quella centrale occupata dalle cucine nei piani centrali, dai magazzini al piano interrato e al piano terra, dall’amministrazione all’ultimo piano; e quelle laterali caratterizzate rispettivamente da toilette alternate alle sale di preparazione da un lato, dal corpo scale dall’altro. Il secondo corpo ospitante gli spazi serviti riservati ai clienti, è costituito da una struttura leggera a pilastri in acciaio. Anch’esso ha una forma rettangolare e ingloba la grande apertura della corte, i cui margini coincidono con le entrate alle cucine. La comunicazione sala-cucina è resa possibile attraverso la presenza di scalinate all’interno corte, per dare la possibilità al personale di servire entrambe le sale e conferire un certa dinamicità al vuoto centrale.

Attraverso una porta girevole al piano terra è possibile entrare nella hall. La posizione di questo ingresso è centrale ed insieme al sistema di distribuzione verticale, posto a pochi metri dall’entrata, contribuisce alla definizione di una asse di simmetria che caratterizza l’intero edificio. Questa scalinata con ascensore centrale, collega tutti i piani tranne l’ultimo, dove si trova la sala conferenze. La sua forma circolare all’interno di un rettangolo deriva dallo studio della composizione nel pensiero di Kahn e da altri riferimenti quali la Saxo Bank e l’Horten Headquarters di Copenhagen di 3xN. La parte aperta al pubblico è distribuita su nove livelli: sei occupati dalla sala ristorante, utilizzabile come aula durante la mattinata; un piano terra open-space con hall, reception e area commerciale, un piano interrato nel quale si trova il bar. I piani più bassi hanno dunque la funzione di intrattenere i clienti in attesa poiché, secondo il bando di concorso, la gestione del ristorante non prevede prenotazione ai tavoli. L’ultimo piano ospita la sala conferenze, alla quale è possibile accedere tramite il vano scale situato nell’area servizi.Le facciate prevedono una modulazione originata dal prospetto principale, vetrato e caratterizzato da un ritmo scandito dai pilastri in facciata. A tal proposito si è studiato ed analizzato il pensiero di Kahn e il suo progetto per la Yale University Art Gallery, in merito alla rielaborazione delle forme geometriche elementari e la riproduzione di esse per creare nuovi spazi e nuove aperture. In questo modo, partendo dal modulo quadrato originato dal sistema trilitico pilastro-solaio in facciata, si è cercato di creare un ritmo di tamponamenti e aperture sia sulla facciata principale sia su quelle laterali, differenziate ad ogni piano a seconda della necessità di luce. Essendo la corte centrale una fonte di luminosità abbastanza importante, grazie all’apertura sul tetto dell’edificio pensata per esaltare la vetrata delle cucine ed enfatizzarne la presenza, i piani più alti hanno bisogno di meno luce proveniente dai lati mentre quelli più bassi richiedono delle aperture maggiori nelle facciate. Attraverso il sistema di modulazione il tema della luce è stato studiato prendendo come riferimento Kahn e tende a soddisfare in egual modo le esigenze dei clienti tanto al primo, quanto all’ultimo piano.

DOCUMENTI DI PROGETTO
ARCHITECTURAL COMPETITION
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